Il rapporto tra la mia famiglia ed il ferro è una storia ormai centenaria, il mio bisnonno Ulderico iniziò il suo apprendistato in un officina di città della pieve intorno al 1910 per poi aprire una propria officina, dove principalmente era impegnato nella riparazione di attrezzi agricoli. Quando conobbe Argentina, la mia bisnonna, iniziò ad assemblare e vendere letti di bandone mentre lei produceva materassi di crine, avviarono cosi un florido commercio. Purtroppo uno scontro con il fattore di Salci per alcuni conti non pagati (da parte sua non dei mezzadri) e l’alluvione del 1936 che distrusse il loro magazzino di letti e materassi li fece finire sul lastrico. Trasferitosi con la famiglia a Roma alla ricerca di maggiori opportunità iniziò a dividersi tra vari lavori saltuari come Fabbro fino a racimolare una piccola cifra per aprire la propria attività in una piccola officina di via portuense e ripartire.
Mio nonno Mario classe ’22 iniziò ad aiutare suo padre Ulderico nell’officina romana, fidanzatosi con una ragazza di Città della Pieve inizierà a riprogrammare il suo ritorno in Umbria, dividendosi tra Roma e Città della Pieve. Lo scoppio della seconda guerra mondiale sconvolgerà i suoi programmi portandolo in Russia come bersagliere. Al suo ritorno dalla guerra si stabilisce definitivamente a Città della Pieve aprendo una nuova officina senza però abbandonare quella di via portuense a Roma, dove vende la maggior parte dei suoi manufatti. Nel 1952 nasce Claudio, mio padre. A lui si deve una continua ricerca della qualità nella lavorazione nell’ambito dell’arredamento, alla fine degli anni ’80 inizia a produrre i primi mobili da giardino che diverranno celebri in molti salotti romani grazie alla designer danese Merete Stenbock e che ancora oggi sono ricercati per il loro stile e la loro qualità. Questo percorso, la storia della mia famiglia, mi ha portato a creare il marchio Lispi & Co. Nel 2015, che ha come obiettivo creare oggetti di design attraverso procedimenti tradizionali ed artigianali. Sono partito dalla base, osservando le mani di mio padre, usando le mie, seguendo le sue.